Chi è il Dottor Pietro Bica al centro di tante polemiche per un suo post su Facebook?
È uno stimato e apprezzato chirurgo ortopedico di Palermo, che è stato oggetto anche di minacce per avere pubblicato un post sulla sua pagina professionale Facebook, nel quale indicava che dal primo settembre per accedere al suo studio bisognava essere vaccinati o aver fatto un tampone nelle 48 ore precedenti.
Dottor Bica, lei a seguito di quel post ha subito accuse e minacce da parte di diverse persone…
Ad onor del vero, non ho ricevuto soltanto minacce. Ho avuto anche numerosissime attestazioni di solidarietà per le minacce ricevute, ma anche di approvazione per la mia iniziativa, sia da pazienti ma soprattutto da colleghi, tra i quali molti, da diverse parti d’Italia, mi hanno chiesto come affrontare l’argomento senza rischiare di incorrere in scontri tra fazioni…
Il tutto ha origine da un articolo pubblicato su Repubblica
L’ intervista di Repubblica era molto chiara ma come spesso avviene in questi casi, la maggior parte delle persone, purtroppo anche quelle intellettualmente più dotate, finiscono con il lanciarsi in considerazioni dettate più da un pregiudizio ideologico che non da un esame dei fatti.
L’intervista nasce da una comunicazione che io ho fatto sulla mia pagina professionale Facebook, nella quale indicavo che dal primo settembre per accedere al mio studio bisognava essere vaccinati o aver fatto un tampone nelle 48 ore precedenti.
Che questo appaia come un rifiuto a ricevere un paziente, è un’interpretazione patologica, poiché non sono io a rifiutare il paziente ma è il paziente che, rifiutandosi di attenersi a un protocollo di sicurezza, rifiuta per sua scelta di venire da me. Esiste anche un principio sancito dall’articolo 20 del codice deontologico, che indica come il rapporto tra medico e paziente sia basato sulla fiducia…
Abbiamo letto di accuse che la indicano come un medico che tradirebbe il giuramento di Ippocrate, adottando delle misure discriminatorie…
Coloro i quali mi accusano di forme di discriminazione, sono soggetti animati da un giustizialismo primitivo.
Il mio è uno studio privato dove posso far entrare chiunque attenendomi a principi di equità anche in rapporto a idee politiche, religiose e quanto altro.
In questo paese si attacca un medico che cerca di adottare misure di sicurezza all’interno del suo studio professionale privato…
Quando opero all’interno dell’ospedale, non mi pongo come entità rispetto alla comunità. Le persone si rivolgono all’ospedale e trovano me, ma l’ospedale, che ha una direzione sanitaria, mette in atto tutta una serie di disposizioni per rendere più sicuro l’accesso.
In questo momento, infatti, viene chiesto agli accompagnatori di fare un tampone o di mostrare il Green pass. Secondo alcuni si tratta di una forma di discriminazione, perché se l’utente viene accolto senza fare il tampone perchè ha il Green pass, rischia di infettare molto di più rispetto il non vaccinato che ha effettuato il tampone.
E invece?
La risposta ce la danno le statistiche. I siti di informazione tossica ai quali i No-Vax si rivolgono per attenuare le loro ansie ipocondriache, poichè di questo sostanzialmente si tratta, sostengono che la possibilità che un vaccinato e un non vaccinato possano contagiare è uguale.
Non è così, e questo non lo dico io ma i tanti studi scientifici che sono stati condotti o convalidati da prestigiose università…
In che misura il vaccino funziona nel limitare la diffusione del virus?
Non possiamo ridurre a zero il pericolo di contrarre l’infezione, però oggi abbiamo strumenti in grado di poter ridurre il rischio di almeno il 95%.
Gli unici strumenti che abbiamo per contrastare il Covid, sono la terapia sintomatica, quindi il supporto, l’assistenza respiratoria e nei casi più gravi la terapia intensiva, oppure il vaccino…
In che misura ritiene che a creare questi fronti contrapposti tra chi favorevole al vaccino e chi contrario, non vi sia la responsabilità di scelte sbagliate e di una scarsa informazione?
Che siano stati fatti errori colossali nella gestione iniziale della pandemia, è un dato di certezza. Bisogna però considerare che ci si trovava dinanzi un fenomeno non previsto e non conosciuto, tant’è che oggi, con una variante molto più contagiosa, abbiamo un numero di decessi assolutamente sotto controllo.
Questo non significa che dobbiamo sottovalutare il pericolo, in quanto è assai probabile che nei prossimi mesi si abbia una recrudescenza del fenomeno, Ma dobbiamo anche partire dal presupposto che il 70% della popolazione è vaccinata.
Riguardo la carenza di informazioni corrette?
Il mondo dei non vaccinati è estremamente variopinto. Non tutti non si vaccinano perché contrari, c’è chi lo fa per indolenza, chi per ignoranza.
A Palermo il commissario Covid, Costa, ha messo su dei gazebo vaccinazione in alcuni quartieri molto popolari e c’è stata una risposta incredibile da parte della popolazione.
Le persone non arrivano là e immediatamente si vaccinano. Quei gazebo sono punti di discussione, di informazione, di divulgazione. La gente chiede, ascolta, si informa, e poi si vaccina.
Se invece rimane nelle proprie case a lasciarsi imbeccare da personaggi che le riempiono di falsità, le persone si lasciano prendere dalla paura. Una paura assolutamente legittima…
Una paura che nasce anche da un’informazione spesso poco chiara e dal fatto che ci sono anche molti suoi colleghi che si dichiarano No-Vax…
Mi rattrista molto che ci siano medici che si dichiarano No-Vax, che già una contraddizione in termini, ma bisognerebbe anche capire se si dichiarano No-Vax e poi magari sono vaccinati. Non sarebbe difficile effettuare verifiche in tal senso… Senza sottovalutare, inoltre, i medici che cercano di accaparrarsi quella fetta di pazienti che non credono nella medicina ufficiale, che si rivolgono a loro pensando di essere curati come desiderano.
Cosa che poi, purtroppo, in realtà avviene…
Il medico non deve curare il paziente come lo stesso chiede. Un medico deve curare il paziente secondo scienza e coscienza. Il medico deve fare il medico, non è un soggetto politico alla ricerca del consenso elettorale, che già è patologico, poiché il politico dovrebbe tracciare una guida e poi dimostrare che è quella giusta nell’interesse della collettività e non nel raggiungimento di obiettivi effimeri o soltanto per un interesse personale.
Eppure questi suoi colleghi affermano di poter affrontare il problema facendo ricorso a cure domiciliari, risolvendo il 90% dei casi…
Cure domiciliari basate su che cosa?
Qualunque farmaco, teoricamente, potrebbe essere attivo se guardiamo il risultato Se però consideriamo che su 100 pazienti che contraggono il Covid, 90 guariscono spontaneamente, così come accade per tutte le malattie virali come l’influenza, se qualcuno si propone come guaritore perché guarisce il 90% dei suoi pazienti, è un truffatore.
Non esiste un farmaco che biologicamente agisca sul virus come l’antibiotico agisce sul batterio.
Esistono soltanto la terapia sintomatica oppure il vaccino…
Esiste una pericolosità dei vaccini?
Che i vaccini possano avere un loro margine di pericolosità non lo nega nessuno, ma dobbiamo ragionare in termini di rapporto costi/benefici.
La mia categoria è stata vaccinata quasi tutta, prendendo tutte le fasce d’età. Abbiamo avuto circa 45 morti al mese fino al mese di febbraio, dopodiché, a marzo si sono verificati 12 dodici decessi, due ad aprile e poi non è morto più nessuno.
I colleghi che sono morti nei mesi di marzo e aprile, avevano contratto la malattia prima di vaccinarsi.
I dati sono questi, il vaccino funziona.
Non ci sono interessi economici o politici dietro i vaccini?
Nel campo delle ipotesi sugli interessi che possono esserci dietro i vaccini, i dubbi sono tutti legittimi, ma rimane un dato, che a mio avviso è quello più importante: A prescindere da tutte queste ipotesi, più o meno sensate o giustificate, se la soluzione per venir fuori dalla pandemia è quella di vaccinarsi, vogliamo inseguire tutte le teorie che nel mondo delle ipotesi si susseguono, o vogliamo risolvere il problema anziché cercare risposte a quesiti ai quali probabilmente non saprebbero rispondere neppure i governanti di molti Paesi?
La Sicilia sembra essere la regione con il più alto numero di contagi…
È anche la regione con un numero molto basso di vaccinati in proporzione alla popolazione…
A Palermo la percentuale è allineata al resto della Nazione, ma ci sono piccoli centri dove il numero dei vaccinati rappresenta circa il 30% della popolazione.
Guarda caso, questo accade dove ci troviamo in presenza di medici No-Vax che si propongono come guaritori in grado di affrontare il problema con le cure domiciliari…
Se pure è vero che il 90% dei pazienti guarisce spontaneamente, il 10% necessità di cure ospedaliere e il 2% muore.
L’errore è quello di guardare alla percentuale, senza considerare invece il numero elevatissimo che la stessa rappresenta.
Infatti, se consideriamo un 2% su un milione, ci accorgiamo immediatamente che corrisponde a un numero molto più alto di quello che rappresenterebbe il 20% di mille.
È dunque molto importante evitare la diffusione di un contagio che man mano che andremo avanti vedrà diminuire la copertura anticorpale e immunitaria, con il conseguente aumento, seppur controllato, dei casi gravi. Quello che è già accaduto in Inghilterra e in Israele.
Eppure Israele aveva un’alta percentuale di vaccinati…
Sì, ma in Israele i numeri sono peggiori perché dopo la vaccinazione hanno aperto tutto, c’è stato meno controllo e i contagi sono aumentati di più rispetto altri Paesi.
La vaccinazione, inoltre, va vista in prospettiva negli anni a venire. Non dobbiamo pensare che questo virus possa scomparire da qui a breve e se vogliamo ridurre il rischio di contrarre l’infezione con gli effetti che abbiamo visto all’inizio di questa pandemia, la risposta è soltanto quella vaccinale che già ad oggi ci permette di ridurre notevolmente sia il numero dei contagi che gli effetti della malattia…
In quest’ottica, la proposta dell’obbligatorietà del vaccino indicata in conferenza stampa dal Presidente Draghi, va in una direzione assolutamente logica, avvicinandosi molto rapidamente al momento in cui determinate iniziative, come quella mia, non avrebbero più senso visto che la stragrande maggioranza delle persone sarebbe costretta o fortemente invitata a vaccinarsi.
Torniamo alle minacce e agli insulti che ha ricevuto, che a prescindere dalle opinioni che ognuno di noi può avere in merito al Green pass e alla necessità di vaccinarsi, sono inammissibili in un Paese civile e democratico…
Dopo l’articolo di Repubblica, io vengo attaccato violentemente da un giornalista che si autodefinisce filosofo, che agisce sulla base di una pregiudiziale ideologica, stante la quale il vaccino non è uno strumento di prevenzione, contrariamente a quanto affermano le più importanti istituzioni sanitarie pubbliche – non solo italiane ma a livello mondiale – che individuano nel vaccino uno strumento di protezione di se stessi ma soprattutto della comunità, mentre per il giornalista è un momento di espressione religiosa. Una religione del vaccino praticata con la complicità dello Stato, che limita la libertà dell’individuo.
Si rivolge a me in modo offensivo, tacciandomi finanche di nazismo, dimentico forse delle sue simpatie verso quei venti anni di dittatura che certamente non hanno rappresentato il massimo esempio di democrazia del nostro Paese.
Senza considerare che il suo intervento avviene appena 20 minuti dopo la pubblicazione dell’articolo di Repubblica, senza un’analisi dei fatti e senza neppure avermi sentito per conoscere le mie ragioni.
È chiaro che si tratta di una manifestazione basata sull’emotività, non c’è un ragionamento.
Dall’indomani sono stato oggetto di una tempesta di telefonate mute, di messaggi di ingiurie e di minacce, scaturite da un’operazione di storming promossa da una chat su *Telegram, approfittando dal fatto di potersi nascondere poiché il social, che è assolutamente impermeabile, non permette di individuare chi amministra la chat, tanto che i canali Telegram vengono adoperati anche da chi commette dei crimini nascondendosi dietro l’anonimato per rimanere impunito.
Concludiamo la nostra intervista al Dott. Bica, ponendoci una domanda: quanto ha influito un’informazione controllata dai due fronti di quello che il medico definisce uno spartiacque, nell’indurre la popolazione a un clima di sfiducia, alimentando un livello di intolleranza e inciviltà che rischia di creare situazioni nelle quali un qualsiasi esaltato cretino – da qualunque parte stia – può farsi prendere dal vortice dell’odio e lasciarsi andare ad episodi che non possono e non devono essere tollerati in una società che si possa definire civile?
Purtroppo, queste forme di tifoserie da stadio, nel non aiutare le persone a capire l’utilità o meno di un vaccino, rischiano di dar luogo a eventi inammissibili, e di tutto questo, una parte della responsabilità ricade sul mondo dell’informazione spesso appiattita sulla pubblicazione di “veline preconfezionate”, e sui social attraverso i quali vengono diffuse le fake news più inverosimili, alle quali un pubblico non correttamente informato finisce con il credere quasi fossero nuovi Vangeli…
Gian J. Morici