28 Marzo 2024
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5 thoughts on “Carceri e Covid-19

  1. “I dati ufficiali (che ignorano i contagiati asintomatici, inconsapevoli e non certificati dal tampone) dicono che il Covid-19 infetta lo 0,16% dei non detenuti e lo 0,05% dei detenuti – scrive Travaglio – e uccide (come causa o concausa) lo 0,02% dei non detenuti e lo 0,001% dei detenuti. Anche uno sciocco capisce che: a) oggi stare in carcere è molto più sicuro che stare fuori…dunque se i dati dei contagi intra-carcere si avvicinassero a quelli extra-carcere, sarebbe doveroso adottare misure di clemenza. Ma per ora i dati dicono che la situazione, almeno per i contagi, è sotto controllo: i detenuti contagiati sono in isolamento o in ospedale; gli agenti penitenziari contagiati (145 su 38mila) sono fuori servizio”
    Anche chi è sciocco, termine usato dal geniale giornalista che sciocco non dovrebbe essere, capisce come il principio “travagliesco” (inteso come travaglio intellettuale di chi deve arrampicarsi sugli specchi) sia quello del “prima l’epidemia” e poi ne riparliamo. Già, poi, quando poi assume il significato di troppo tardi…
    “Ma ai fautori del “liberi tutti” – continua Travaglio – non basta ancora e, siccome i dati sul Covid li smentiscono, fanno leva sull’impossibilità, per i detenuti, di rispettare il distanziamento di un metro nelle celle sovraffollate. Altra solenne sciocchezza: la regola del metro di distanza riguarda, per i non detenuti, i luoghi pubblici e non certo le abitazioni private. Altrimenti ogni giorno verrebbe violata dalle centinaia di migliaia di persone stipate in 4 o 5 in monolocali o bilocali; o lavorano nelle terapie intensive affollate di malati, infermieri e medici; o abitano in spazi più ampi, ma fanno vita famigliare e non passano certo le giornate a distanza di sicurezza”
    Altra solenne sciocchezza quella d Travaglio, il quale dovrebbe dire a quale 0,000milioni di zero corrisponde la percentuale di persone che vivono in diverse centinaia o migliaia in una struttura. Secondo il travagliesco-pensiero, la distanza sociale di un metro vale soltanto per i locali pubblici e non va applicata altrove. Stesso pensiero del Pentagono che ha fatto rimuovere il comandante della Uss Theodore Roosevelt, colpevole di voler salvare i membri dell’equipaggio dopo che 114 di loro erano risultati positivi al Covid-19. Già, la portaerei americana pare non rientri tra i “locali pubblici”, quindi si può stare gomito a gomito senza correre alcun rischio https://video.lastampa.it/esteri/comandante-portaerei-usa-rimosso-dalla-marina-per-aver-denunciato-casi-di-covid-19-a-bordo-cosi-i-suoi-uomini-gli-sono-riconoscenti/112512/112524
    “Ripetiamo – continua Travaglio – a scanso di equivoci e a prova di coglioni (che proliferano più del Covid: la vita di un detenuto vale tanto quella di un non detenuto. Ma non vale di più. A nessuno viene in mente di chiudere gli ospedali e mandare a spasso medici, infermieri e malati perché lì muoiono come le mosche, né di chiudere gli ospizi e mandare a spasso gli anziani perché lì ne muoiono migliaia”
    Nessuna vita vale più o meno di un’altra e su una cosa Travaglio ha ragione, ovvero che i coglioni proliferano più del Covid, a volte anche ben pagati per dire o scrivere compendi di castronerie che per mole letteraria farebbero invidia alla divina commedia del sommo poeta.
    Travaglio stesso scrive che “a nessuno viene in mente di chiudere gli ospedali e mandare a spasso medici, infermieri e malati perché lì muoiono come le mosche, né di chiudere gli ospizi e mandare a spasso gli anziani perché lì ne muoiono migliaia”
    Cominci a chiedersi – sempre che sia in grado di collegare due neuroni – perchè in quei luoghi muoiono come le mosche. Forse perché la carica virale in alcuni ambienti è maggiore? Forse perchè in ambienti sovraffollati (come oltre le carceri sono anche il caserme) il contagio avviene più facilmente ed è più difficile da gestire?
    Se Travaglio usasse il cervello, anziché come fa Salvini fare sterile propaganda parlando alla “pancia degli italiani”, si sarebbe reso conto di tutto questo. Ma chiedere a Travaglio di non fare il giustizialista sarebbe come chiedere a un asino di insegnare ingegneria al Massachusetts Institute of Technology negli Stati Uniti.
    Un capitolo a parte meritano gli innocenti in carcere. Secondo lo stesso ministro Bonafede (rapporto presentato alla Camera ad aprile 2019)nel solo anno 2018, “257 volte è stata pronunciata una sentenza definitiva di assoluzione in procedimenti in cui era stata disposta la misura cautelare del carcere. Se includiamo anche le sentenze di assoluzione non definitiva e le altre sentenze di proscioglimento, il totale arriva a 1.355 custodie cautelari in carcere in un anno che hanno coinvolto soggetti poi scagionati dalle accuse”. Due giornalisti, Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, che hanno creato il progetto chiamato Errori giudiziari, che si definisce come “il primo archivio su errori giudiziari e ingiusta detenzione, hanno calcolato che “dal 1992 (anno da cui parte la contabilità ufficiale delle riparazioni per ingiusta detenzione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze) al 30 settembre 2018, si sono registrati oltre 27.200 casi: in media, 1.007 innocenti in custodia cautelare ogni anno (Fonte: https://www.agi.it/fact-checking/fact_checking-6963622/news/2020-01-29/ ) Considerato che nelle carceri super affollate finiscono una media di 1.007 persone innocenti l’anno, non sarebbe difficile trovare un altro posto in più nel quale alloggiare il bravo giornalista, che dovrebbe essere felice di poter stare in carcere, visto che è molto più sicuro che stare fuori. Chissà che non sia disposto a pagare anche una congrua retta per l’ospitalità in un ambiente sicuro.
    Ha ragione Travaglio quando nel fare un’autoanalisi afferma che i coglioni proliferano più del Covid…
    Gian J. Morici

  2. altro che scarcerarli, dovrebbero condannarli a morte!
    se le carceri sono troppo piccole, devono essere i condannati e i loro familiari a pagare per ampliarle, noi di certo non abbiamo soldi per gli onesti figurati per chi ci ha derubato
    inoltre sono anni che si sa che le carceri sono sovraffollate e se non volevano finirci dentro avevano solo da non commettere reati!

  3. Già 500 anni fa, un giurista di nome Antonio Gomez stigmatizzava l’uso improprio della pena per far pressioni su un cittadino ancora considerato innocente. Ancor prima di lui, il problema lo avevano sollevato i romani, padri del Diritto. Orbene, le vorrei ricordare come parte della popolazione carceraria sia formata da persone ancora in attesa di giudizio, considerate innocenti fino a condanna definitiva. E la storia ci insegna come quell’uso improprio della pena non sia mai terminato…
    Innocenti sospettati o addirittura arrestati, come Enzo Tortora (https://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Tortora#Il_%22caso_Tortora%22) Gigi Sabani (https://it.wikipedia.org/wiki/Gigi_Sabani#Guai_giudiziari_e_declino_professionale) Gino Girolimoni – Il mostro di Roma (https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Girolimoni#Il_mostro_di_Roma) Elvo Zornitta – Unabomber (https://it.wikipedia.org/wiki/Unabomber_(Italia)#Elvo_Zornitta) e tanti altri. Persone che secondo il suo pensiero forcaiolo (sempre che sia in grado di partorirne uno autonomo) avrebbero meritato di essere uccise. Un pensiero, quello suo, non molto diverso da quel lontano 1184, anno in cui Papa Lucio III e l’imperatore Federico Barbarossa diedero l’avvio alla Santa Inquisizione.
    Potrei chiederle qual è il principio di giustizia, che a suo modesto parere – ma molto modesto sotto ogni profilo – dovrebbe prevedere una condanna a morte per qualsiasi reato. Non voglio perder tempo avventurandomi nell’universo delle nozioni di diritto – che tanto sono certo non capirebbe – limitandomi ai soli casi d’innocenza (oltre mille all’anno) per i quali dal ’92 lo Stato Italiano ha già speso oltre oltre 700 milioni di euro per risarcimenti (https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2019/01/25/oltre-mille-risarciti-innocenti-carcere-sono-molti-piu_5dEGZvXosmAXAvhw8jsbQM.html)
    27.000 persone che a suo modesto parere – torno a ripetermi, molto modesto – andavano uccise.
    Voglio augurarle di non incappare mai in un errore giudiziario e di non commettere mai un reato neppure colposo, ma ancor più, le auguro di non trovare una persona come lei che la debba giudicare.
    Gian J. Morici

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