Sullo sfondo del declino generale dei grandi partiti della sinistra socialdemocratica e della destra moderata, ovunque si affermano nuove estreme destre autoritarie.
Queste forze rimettono in discussione la necessità di una concertazione internazionale e il libero scambio, il rispetto dei diritti umani, l’unità dell’Europa, i diritti delle minoranze e dei più deboli, la messa al bando del razzismo, delle annessioni territoriali e della xenofobia – tutto ciò che, nel dopoguerra, un consenso internazionale aveva trasformato nell’ideale comune verso cui tendere.
Dall’Ungheria di Orbán all’Austria di Kurz, dalla Polonia di Kaczynski all’Italia di Salvini, Bernard Guetta ha attraversato l’Europa delle nuove destre al potere, che si ritrovano a condividere un antioccidentalismo le cui radici affondano nella Storia. Chi sono e che cosa vogliono?
Guetta ci consegna un’indagine sul campo e lancia un avvertimento: ricostruire un consenso, trovare un nuovo compromesso tra gli europei prima che l’Unione si disgreghi e che l’oscurantismo la inghiotta.
«Se non volevo diventare cieco e sordo, dovevo lasciare le comodità
di uno studio pieno di amici e gli ascolti trionfali.
Dovevo alzarmi dalla mia poltrona rossa e riprendere la strada,
portandovi con me.
Ecco quello che avevo in mente il 16 agosto 2018, imbarcandomi su un volo Easyjet per Budapest e, da allora, ascolto, osservo, prendo nota e taccio, a prescindere da quello che capisco, vedo e penso.
Sono partito dall’Europa centrale e ho trovato il mondo.»
Bernard Guetta è uno dei più stimati e famosi giornalisti europei.
Dopo 27 anni di geopolitica raccontata ogni mattina a Radio France Inter, torna a fare il reporter sul campo.
Corrispondente per Le Monde a Vienna, Varsavia, Mosca e Washington; redattore capo di L’Expansion e Le Nouvel Observateur, oggi è editorialista di La Repubblica, L’Express, Libération, Gazeta Wyborcza, Internazionale e l’Espresso.