UNA CAVOLATA CAPOVOLTA E’ SEMPRE UNA CAVOLATA

VirginiaRaggiE’ divenuto di moda attaccare la Sindaca di Roma facendo a gara nel trovare addebiti a suo carico.

Così alle cavolate in cui sono specialisti i Grillini se ne aggiungono altre, frutto della mania di attaccarli e dì dimostrarsi “originali” ed “inventivi” nel farlo.

E’ nota la “clausola penale” per la violazione del “voto” di obbedienza (150.000,00 euro) che gli eletti di quel Movimento sono tenuti a sottoscrivere.

E’ il portato di quell’altra cavolata, la pretesa del “mandato imperativo” cosiddetto degli elettori, in realtà di quegli imprenditori della politica che concepiscono i rapporti di fiducia politica come clausole contrattuali.

Anche Berlusconi è di quel parere: vorrebbe infatti che l’obbligo di non cambiare partito fosse stabilito con norme costituzionali. Ma non dice come sanzionare la “violazione”. Buon per lui e per la sua disinvoltura giuridico-costituzionale.

Grillo, invece, “alla imposizione del mandato imperativo” agli eletti ritiene di assicurare una sanzione con una grottesca “clausola penale”: come se si trattasse di un contratto di fornitura di patate.

Non vi è il minimo dubbio che tale clausola è nulla. Magari lo sa pure Grillo (se sono riusciti a farglielo entrare nella testa biancochiomata).

Certo lo sa la Raggi.

Ma, ripeto, ora è di moda “sparare sui Grillini” e sulle loro cavolate e, magari su quelle che a loro si attribuiscono, benché combinate da altri.

Così un certo Avvocato Venerando Monello ha fatto ricorso al Tribunale di Roma per far dichiarare decaduta la Raggi in alternativa alla dichiarazione di nullità del “contratto di fedeltà”.

Così una cavolata (ci scusi il Venerando Collega) si aggiunge ad un’altra. O meglio: la cavolata di Grillo viene rovesciata nella pretesa di farne una cosa quasi seria.

Che possa un Terzo chiedere la nullità di un contratto cui è estraneo è di per sé una evidente distorsione del diritto. Non sembra che si possa ricorrere al concetto di “azione revocatoria” in un caso simile. Che, poi un Sindaco possa essere dichiarato decaduto per aver sottoscritto un contratto che, in quanto nullo, non vincola affatto le modalità di esercizio del suo mandato, è ancora più assurdo. Però “Il Messaggero” giornale che ha assunto la funzione di P.M. contro la Raggi, presenta questa “Monelleria” (l’Avvocato in questione oltre a chiamarsi Venerando si chiama anche Monello) come una cosa serissima, mentre è d’obbligo ritenere che anche quel Monello di Avvocato l’abbia buttata là per divertirsi.

Così l’enormità di quel contratto di fedeltà che solo un Grillo poteva concepire, passa in seconda linea e, magari per l’etere telematico si intrecceranno notizie del cavolesco giudizio sulla cavolata con perentori: “mi piace”.

Buon divertimento.

Mauro Mellini

 

 

 

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