La pubblicità è l’anima del commercio! Ma esiste un limite all’indecenza o le aziende possono fare quel che vogliono?
Dalle molestie telefoniche, alle cassette della posta stracolme di depliant pubblicitari, ogni giorno gli italiani combattono una vera e propria battaglia per non soccombere all’invasione della propria privacy.
Una guerra senza regole, alla quale si aggiungono le truppe delle pubblicità ingannevoli e quelle che, seppur forse agendo entro i limiti della legalità, vanno quantomeno considerate indecenti.
A chi non è accaduto di dover prenotare un volo, di trovare lo stesso ad un prezzo allettante, salvo poi dover calcolare una cifra x per tasse, carta di credito e menate varie?
Alla fine, spesso si scopre che il gioco non valeva la candela e sarebbe stato più comodo e più veloce acquistare un biglietto che altre agenzie o compagnie aeree avevano messo in vendita ad un prezzo apparentemente più alto, ma senza ulteriori spese, facendo realmente risparmiare il viaggiatore.
Tra le tante “pubblicità indecenti”, prendiamo il caso della Expedia, una società americana che opera in molti paesi del mondo tramite diverse agenzie on-line, che offrono prenotazioni di viaggio e alberghiere, tramite un network di migliaia di affiliati che crea un altissimo traffico di collegamenti web.
Verona-Palermo andata e ritorno, dal 24 marzo al 29. Siamo in un periodo di vacanze. Inizia la lunga e snervante ricerca di un biglietto ad un prezzo accessibile per coprire una tratta nazionale e non superare i costi di un viaggio ad Honolulu.
A soli, si fa per dire, 269 euro e 2 centesimi, Expedia.it ti offre un volo, come hai chiesto, di andata e ritorno. Un volo Alitalia, mica un low cost con una di quelle compagnie che sempre più spesso vengono accusate di scarsa manutenzione dei mezzi, di pubblicizzare costi bassi salvo poi aggiungere balzelli vari da portarli a capogiro, di creare tanti di quei problemi da far maledire al viaggiatore il momento in cui ha fatto quella prenotazione.
E no, questa è Alitalia, ti puoi fidare.
Controlli gli orari. Con quello di andata ci stai dentro, è quello che fa per te.
Inutile cercare un altro volo, anche perché più passano i minuti più i prezzi aumentano e corri il rischio di perdere l’occasione buona.
Adesso devi verificare l’orario del ritorno, che sia compatibile con quello dei tuoi impegni.
Si apre la pagina.
Ultime verifiche degli orari.
Treno per raggiungere Verona, ok. Hai un’ora di sosta a Roma. Pazienza, il costo del biglietto ripaga il tuo piccolissimo sacrificio.
Pensi subito a come spostarti poi dall’aeroporto di Palermo. Soluzione trovata.
Prepari la carta di credito per prenotare subito.
Pagina web aperta, carta di credito accanto al pc, documenti pronti, nel caso in cui ti venisse chiesto di inserire i dati.
Ok, ci siamo, ancora un click e ti potrai assicurare il prezioso biglietto aereo…
Nuovamente “seleziona”… e…. sorpresa….
Puoi scegliere i voli di rientro, ma il prezzo non è più lo stesso. Da 269 euro e due centesimi, adesso è passato a 485 euro e 88 cent.
Ad inizio pagina c’è un avviso:“Modifica del prezzo
Il prezzo del biglietto è passato da € 260,02 a € 485,88. La compagnia aerea non è in grado di confermare il prezzo originale a causa di modifiche a prezzi o disponibilità successive alla pubblicazione dei prezzi sul sito. Continua con la prenotazione o cerca un altro volo”…
Che sia cambiato tutto in meno di sei minuti?
E pensare di correggere direttamente il costo nella pagina iniziale? O quella serve da specchietto per le allodole?
Verifichi ancora orari di andata e ritorno di tutti i voli. Tutte le ipotesi possibili e immaginabili. Niente da fare, qualsiasi sia l’orario riportato come offerta, i prezzi sono cambiati.
Il giorno successivo, il prezzo pubblicizzato continua ad essere di 269 euro e due centesimi e di 485 euro e 88 centesimi quello con la prenotazione per il ritorno.
Se avevi dubbi sul fatto che ci fosse stata un’improvvisa impennata dei costi in meno di quattro minuti, adesso non li hai più. Si trattava semplicemente di “pubblicità indecente”. Peccato che nel frattempo tu abbia perso quel volo che avevi trovato, l’ultimo biglietto, e che non avevi prenotato pensando di risparmiare un po’…
Gian J. Morici
P.S. Questo quanto pubblicato su Wikipedia in francese (sul sito italiano, purtroppo non c’è traccia), in merito alla sentenza per pratica commerciale dubbia in Francia, che ha portato alla condanna di tre siti del gruppo:
Condamnation pour pratique commerciale douteuse en France
Le 4 octobre 2011, trois sites du groupe à l’époque (Expedia, TripAdvisor et Hotels.com) ainsi que la maison mère sont condamnés à payer solidairement 427 000 € de dommages et intérêts au Syndicat National des Hôteliers, Restaurateurs, Cafetiers et Traiteurs (Synhorcat) et deux hôtels français. Cette condamnation fait suite à une plainte déposée en novembre 2010 par le Synhorcat. Appuyé par la Direction Générale de la Concurrence de la Consommation et de la Répression des Fraudes (D.G.C.C.R.F.) le représentant de la profession hôtelière accusait Expedia de concurrence déloyale, dénonçait un mélange des genres entre TripAdvisor qui recueille les avis de consommateurs et Hotels.com qui est un site de réservation. Il était reproché à Hotels.com d’indiquer que les hôtels étaient complets alors que c’était simplement le quota alloué au site qui était atteint. Des promotions douteuses et le remplacement des numéros de téléphone des hôtels par celui du site faisaient partie des autres griefs.