Caro amico tassista che mi hai prelevato ieri a Fiumicino alle 22.30, sono sicuro che è stato tutto un malinteso.
Tu credevi di avere di fronte solo un cliente, una persona a cui togliere più soldi possibile.
E invece ero solo un uomo stanco, che dopo due giorni pesanti e un volo turbolento aveva solo voglia di arrivare a casa il prima possibile.
Caro amico tassista, anche se capisco che anche tu hai un bilancio famigliare da rispettare, non hai capito che avrei volentieri pagato di più per arrivare subito a destinazione.
Caro amico tassista, se ho garbatamente protestato è solo perché ho trovato strano che per risparmiare benzina tu scegliessi la strada più breve ma più lenta e trafficata.
Caro amico tassista, credo non fosse il caso di guidare come Vettel solo per provarmi che non c’era differenza, depositandomi sotto casa con gli organi interni tutti mescolati.
Caro amico tassista, ti auguro un buon San Valentino, ma pe’ quanto me riguarda te ne poi annaffanculo subito, me so’ scaricato Uber.
Rodocarda