Mentre sfoglio le patinate riviste di moda e lifestyle che ci spingono al fai-da-te perché è trendy e certo non dettato dalla necessità del riciclo cercando l’idea meno costosa per riparare questo e quello in modo glamour casco su una filastrocca abbandonata lì, neanche tanto stropicciata, scritta da una faidateista incallita, eroica e stoica, tal Dianora, che quando non è aggrappata alla macchina da cucire vaga per le autostrade con non poco intralcio al traffico con poltrone ed ammennicoli vari sul tetto della vettura. Riporto l’adorabile di lei filastrocca:
Cucio,
Guardo la poltrona e mi cruccio.
La giornata intera io mi brucio
Mentre nelle dita apro un bucio.
E scucio.
Prendo un altro ago nell’astuccio,
mentre mi concedo un cappuccio.
L’imbastitura mostra un difettuccio,
Ricucio
Sogno un sonnellino al calduccio
Butto il cucito in un cantuccio,
e mentre il dito medio io mi ciuccio,
mi chiedo mestamente….
“ma perché cazzo cucio!”