Da oggi i lituani utilizzeranno l’euro abbandonando la Lita. Si tratta dell’ultimo paese baltico ad integrare la zona euro dopo l’Estonia nel 2011 e la Lettonia nel 2014, diventando così il diciannovesimo paese che utilizza la moneta europei e l’ultimo dei paesi baltici.
I lituani ondeggiano tra ottimismo e preoccupazione vista la crisi dell’unione monetaria che fatica a risalire sul treno della crescita ma i 3 milioni di abitanti del paese sono complessivamente decisi. La crisi ucraina ha svolto un ruolo importante sull’opinione dei lituani, molti dei quali hanno avuto almeno un familiare deportato nei campi in Siberia durante i cinquant’anni dell’occupazione russa. I recenti movimenti militari russi nella vicina zona di Kalingrad hanno smosso ricordi ancora recenti.
La Lituania si sentiva più tranquilla dopo il suo ingresso nell’Unione Europea nel maggio 2004, con il passaggio all’euro si sente più al sicuro. Per riprendere le parole del Ministro delle Finanze lituano, Rimantas Sadzius “L’ingresso nella zona euro è una tappa in più nel nostro attaccamento all’Ovest, essenziale per la nostra sicurezza. Ormai i paesi baltici sono dalla parte giusta del muro”.
A parte le considerazioni di natura politica è anche vero che l’euro dovrebbe facilitare gli scambi commerciali evitando le ormai inutili conversioni ma l’ottimismo baltico è controbilanciata dalla preoccupazione che regna nella zona euro, già definita “palla al piede dell’economia mondiale”. Tuttavia la catastrofica situazione della zona euro non è colpa della tanto vilipendiate moneta ma di chi ha imposto politiche economiche surreali che impongono massima austerity strozzando la crescita.
Con il 2014 è finito anche il semestre della Presidenza italiana, passata pressoché inosservata. Da oggi si passa al semestre Lettone. Il 1° gennaio è tutto baltico. Che sia un segnale di rinnovamento?
Luisa Pace