Un altro squilibrato dicono. Allora dobbiamo cominciare a prendere in serie considerazione chi sono gli squilibrati e qual è la sottile frontiera della follia.
Domenica Digione, lunedì sera Nantes. Un camioncino lanciato a tutta velocità nel mercatino di Natale della cittadina francese. Undici feriti, cinque in gravi condizioni. Questa volta sembra che l’Isis non rientri nel comune denominatore. Nel veicolo sono state rinvenuti scritti che parlano di difficoltà di vita e familiari.
Dopo l’aggressione, l’uomo si è accoltellato ma non è in pericolo di vita. Si tratta del terzo dramma in Francia in tre giorni. Prima l’aggressione ad una stazione di polizia della Loira, poi quella dello “squilibrato” che si è lanciato in auto sui passanti a Digione e che sarebbe uno squilibrato appassionatosi per l’Isis, infine lo squilibrato tout court, secondo le ultime notizie.
Resta una questione aperta. Quando si porrà un termine alla folle propaganda terroristica che invita ad attaccare chiunque, perché tale idea sembra ormai ottenere consensi tra fanatici e squilibrati.
C’è chi critica la mediatizzazione. Forse per una volta i media sono innocenti, perché la vera comunicazione è stata fatta dal servizio di “public relations” dell’IS che ha rifornito di idee le menti più labili. Probabilmente certi squilibrati non sanno neppure a chi è venuta di colpire chiunque a caso. Alcuni passanti hanno detto di aver sentito il grido “Allah è grande”, alti hanno smentito all’agenzia Reuters. Poco importa purché non si caschi nella psicosi.
Appurato che questi recenti attacchi sono di “matrice psichiatrica”, ci si può chiedere come le autorità non abbiano visto giungere il pericolo degli appelli dissennati che non datano solo di pochi mesi ma che trovano radici più profonde in una crisi di civiltà in una società che assomiglia sempre più ad una giungla.
Luisa Pace