CONFERENZA STAMPA DI AUSILIA ECCELSO (IDV) INQUINAMENTO MARINO – ARNONE DIMETTITI E NON CANDIDARTI PIU’

Agrigento, 20/09/2011 – Conferenza stampa di Ausilia Eccelso, sul tema dell’inquinamento del mare di San Leone. Un argomento che quest’estate ha fatto molto discutere, suscitando l’indignazione di bagnanti, turisti e cittadini stanchi del ripetersi anno dopo anno degli stessi fenomeni che inducono tanti ad abbandonare la località balneare agrigentina.

Grande assente alla conferenza stampa, la “libera e forte” stampa agrigentina. Degli appartenenti al mondo dell’informazione, erano presenti soltanto il direttore del L’Amico del Popolo, Carmelo Petrone, il giornalista di Grandangolo Diego Romeo, la troupe di Tele Video Agrigento, quella di Tele  Radio Studio 98 e noi del La Valle dei Templi.

Assenti i rappresentanti dei quotidiani online, della carta stampata e quelli della tv “contrattualizzata” da Arnone (Teleacras). Non ci meraviglia. L’argomento era serio, così come i relatori e le prove portate ad avvalorare quanto dichiarato in sede di conferenza. Non c’era chi faceva gargarismi, mangiate di patelle e prelievi con bottigliette di minerale o di gazzosa, “eventi scientifici” ai quali la nostra “libera e forte” stampa accorre numerosa.

Ad intervenire per prima, l’avvocato Ausilia Eccelso, dirigente di Italia dei Valori, che ha espresso un elogio ed un ringraziamento al consigliere Arnone, per aver fatto sì che grazie alle sue ripetute affermazioni diffamatorie nei riguardi della stessa e del partito che rappresenta, l’ha indotta ad effettuare indagini difensive affinchè venisse stabilità la verità. Forse, visti i risultati, saranno altri ad essere meno soddisfatti dell’operato di Arnone…

Infatti, l’esito delle indagini, è stato inserito all’attenzione della Procura in coda alla denuncia-querela per diffamazione nei confronti dell’Arnone, presentata dalla Eccelso.

A nulla sono serviti gli insulti e “gli attacchi infamanti e anche vigliacchi – per certi versi – del consigliere Arnone”, ha affermato la Eccelso, precisando come la stessa si sia dedicata “a fare piena luce sulle falsità decantate giornalmente da qualcun altro che si erge a paladino della giustizia permettendosi anche di citare talvolta Falcone e Borsellino e che ha dimostrato con questa vicenda di aver ben altri interessi rispetto a quelli dei cittadini. Interessi si, ma non quelli per cui è stato eletto”.

Nel corso della conferenza stampa, è emerso come la verità oggi appurata, la si sarebbe potuta conoscere ben prima di questi 3 mesi ma l’ostruzionismo di certi enti e dirigenti (pubblici) ha rallentato le indagini.

A tal proposito, l’avvocato Eccelso fa notare come netti rifiuti abbia ricevuto a richieste di atti, sia ai sensi delle norme in materia di trasparenza, che – ancor peggio – in fase di indagini difensive. Comportamenti che dovrebbero essere oggetto di ben altre attività investigative…

Atteniamoci ai fatti, a cominciare dallo sversamento del pennello a mare degli “ex padri vocazionisti”, la cui denuncia Arnone, grazie ad una stampa genuflessa e a volte contrattualizzata, ha strombazzato ai quattro venti, soltanto dopo che i filmati erano stati caricati su Youtube e su Facebook se ne parlava ampiamente. Un guasto, che, a detta di Arnone, sarebbe stato riparato dai sub non appena le condizioni del mare lo avevano permesso.

Orbene, alla Capitaneria di Porto non risulta per tutto il 2011 nessuna manutenzione del pennello “ex padri vocazionisti” da parte di Girgenti Acque e quindi nemmeno di quella denunciata dall’Arnone di metà maggio. Dalle indagini effettuate dai consulenti della Eccelso (il Dott. Analfino della ditta Geonautics e i fratelli Lopez, professionisti del settore), inspiegabilmente però, una riparazione che sicuramente è stata fatta quest’anno c’è e risale al periodo della prima decade di luglio circa e,, guarda caso, combacia con quando – dopo 3 settimane – il consigliere Arnone decide di fare una conferenza stampa per sbugiardare la Eccelso. Come mai alla Capitaneria di Porto non risulta nulla?

È poi il turno dell’avvocato Rosa Salvago, che, nel precisare come da anni non si rechi a San Leone a fare il bagno (non sarà inquinato, ma non è certamente pulito), ricorda come la vicenda del depuratore del Villaggio Peruzzo, si sia conclusa senza che ne fosse mai stata dichiarata l’illegalità. Una precisazione importante da parte dell’avvocato Salvago, è quella in merito alle direttive comunitarie che non fanno riferimento alla balneabilità, bensì alla qualità dei reflui. La mancata ottemperanza alle direttive, comporterà pesanti sanzioni, che finiremo per pagare noi cittadini. Né la Girgenti Acque, né tantomeno il consigliere-ambientalista che si erge a paladino dell’indifendibile.

A seguito delle indagini – continua la Salvago -, abbiamo provveduto ad inviare tutto alla Procura. Siamo fiduciosi sull’operato della Procura, nonostante la stessa sia sotto organico. Va precisato, che la Procura svolge un ruolo repressivo, mentre è all’Amministrazione che spetta l’essere propositivi e chiedere il rispetto delle norme contrattuali. Se quanto previsto da contratto tra il Comune e l’azienda che gestisce scarichi e/o depurazione non fosse stato rispettato, il Comune avrebbe il diritto/dovere d’intervenire, anche chiedendo la rescissione del contratto stesso.

Va inoltre precisato, come la condotta ad oggi non sia ancora stata collaudata. Ad illustrare invece la metodologia delle indagini eseguite (ben diversa da gargarismi, patelle e bottiglie di gazzosa) e gli esiti delle stesse, il Dott. Analfino della Geonautics, che ha spegato come   il pennello risulta totalmente difforme a come avrebbe dovuto essere secondo progetto, sia per posizionamento che per materiali utilizzati, ma anche per la precarietà in cui versa essendo fissato in maniera grossolana e inadatta.

Mentre sullo schermo scorrevano le immagini di una condotta i cui corpi morti (servono ad ancorare la stessa sul fondale) in più casi erano stati capovolti dalle correnti marine, provocando – oltre a lunghi tratti di condotta non ancorata e fluttuante in mare – probabili fenomeni di torsione e aumentando il rischio di possibili rotture, il Dott. Analfino illustrava come l’accertamento strumentale avrebbe evidenziato un posizionamento reale della condotta, ben diverso da quello autorizzato in progetto (in alcuni punti a distanza di ben oltre 160 metri), sconfinando così da quello che erano i limiti imposti dalla Soprintendenza e andandosi a posizionare su un fondale roccioso. Considerato che la condotta è in PEAD (Polietilene), non è difficile comprendere come in mancanza di particolari accorgimenti, rotture a seguito della continua abrasione, siano tutt’altro che imprevedibili.

La vicenda si ammanta di mistero, quando si contano i corpi morti antistrascico previsti in progetto e quelli rilevati nel corso dell’indagine: 32 in meno. Altri corpi morti, non vengono rilevati lungo la condotta. Un aspetto di non poco conto, visto che la realizzazione del pennello sarebbe costata circa  tre milioni di euro.

Il bello, se così si può dire, arriva però con l’esito delle analisi, quelle non fatte con empirici sistemi di degustazione o con bottiglie di gazzosa o minerale che sia.

Quattro i prelievi effettuati come da protocollo ICRAM, dei quali il primo a seguito dell’avvistamento di una chiazza proveniente dall’uscita del pennello a mare:

1)    Coliformi totali 3.250; streptococchi 23; salmonelle 2 (altri dati anche se non citati sono stati acquisiti);

2)    Coliformi totali 3.290; streptococchi 115; salmonelle 1;

3)    Coliformi totali 3.630; streptococchi 123; salmonelle 1;

4)    Coliformi totali 4.480; streptococchi 310; salmonelle 1.

È sufficiente consultare i limiti massimi previsti dalla legge, per rendersi immediatamente conto di come sussista uno stato di illegalità non più sostenibile.

Per dovere di cronaca, va ricordato come i lavori di posa della nuova condotta vennero terminati nell’agosto del 2009. Il 23 ottobre, la condotta si disancorò e una parte venne rinvenuta spiaggiata; nel febbraio 2010, avvenne un ulteriore spiaggiamento; nell’agosto 2010, a seguito si inquinamento del mare, venne denunciato un presunto sabotaggio delle saracinesche. Presenza di schiume e fatti similari, si sono verificati nel corso del 2010 e del 2011, smentiti soltanto dai gargarismi di Arnone e da analisi condotte al di fuori di qualsivoglia metodo scientifico. Alla luce dei dati acquisiti, vorremmo invitare il consigliere Arnone ad un brindisi (ma che beva solo lui…) a base di “chiare, fresche e dolci acque, appena sgorgate dal pennello a mare.

Se il consigliere Arnone dovesse tener fede a quanto promesso (se dalle analisi dovesse emergere che dal diffusore esce acqua inquinata, mi dimetterò da consigliere e non farò più politica ), altro non gli resta se non rassegnare le proprie dimissioni e rinunciare alla candidatura  a sindaco…

Un discorso a parte, meritano gli insulti proferiti al mio indirizzo (pinocchione, gentile bugiardo, principe dei bugiardi ecc), sempre in merito all’inquinamento del mare di San Leone, per i quali lascio a voi lettori il compito di giudicare…

Quello che appare ormai certo, che la vicenda avrà un ulteriore seguito, anche se, purtroppo, difficilmente potrete seguirla sulle tv contrattualizzate e sulla libera e forte (salvo qualche rara eccezione) stampa agrigentina.

Gian J. Morici

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