Ricordate “Il pianoforte impazzito”, uno dei libri della collana Piccoli Brividi ideata dallo scrittore americano R. L. Stine?
Trattava della storia di Jerry è un ragazzo che vive insieme alla madre, padre e con il suo brutto gatto Bonkers. Lei e la famiglia si trasferiscono in una nuova città. Nella soffitta della sua nuova, grande e misteriosa casa, c’è un pianoforte. Una notte Jerry sente qualcuno suonare il pianoforte al piano di sopra; sale in soffitta per indagare, ma quando sale, la musica si ferma improvvisamente. Tocca la sedia, ed è calda, come se qualcuno ci si fosse seduto sopra. Il pianoforte viene però spostato al piano inferiore, quando i genitori decidono che loro figlio debba imparare a suonare quello strumento. Così chiamano un maestro di pianoforte, il signor Shreek, un uomo che somiglia stranamente a Babbo Natale. Quando suona il piano, Jerry assume una strana espressione quando osserva le sue mani premere i tasti dello strumento. Durante la notte però Jerry continua ad ascoltare il suono del pianoforte, e una notte riesce a vedere una strana figura, un fantasma. Questo fantasma viene visto da Jerry anche a scuola, quando ascolta voci sconvolgenti sulla scuola da uno dei suoi nuovi amici. Jerry è molto spaventato, tant’è che preferisce non continuare le lezioni di pianoforte. Così decide di parlare con il signor Shreek, il quale perde la memoria e lo attacca. Jerry viene salvato dal professor Toggle, il quale gli spiega che il signor Shreek non è altro che un robot malvagio. Ma si scopre presto che il robot adoperava proprio per mano del salvatore di Jerry. Jerry chiede spiegazioni e Toggle risponde semplicemente che vuole meccanizzare le sue mani per poi farle suonare per l’eternità. Jerry pensa di non avere più speranze, ma proprio all’ultimo momento lo stesso fantasma che aveva visto in casa sua si rivela una delle vittime di quella scuola a cui era toccata la sorte che stava per abbracciare il protagonista e salva il ragazzo. Toggle viene trascinato in un bosco, e Jerry è consapevole che nessuno lo rivedrà mai più. Così Jerry convince i suoi genitori a vendere il pianoforte e a sostituirlo con un televisore.
Aragona (Agrigento) – Quella nostra, non è una delle storie della collana Piccoli Brividi, anche se, come nel libro, si parla di un pianoforte e di un fantasma. O meglio, di un pianoforte fantasma.
Pianistadeluso è lo pseudonimo di un nostro lettore, che l’8 luglio lascia questo commento, al nostro articolo “Aragona a “Chi l’ha visto?”: “Che fine ha fatto il KAWAI che il comune aveva acquistato qualche anno fa????? ….. per i profani si tratta di un bel pianoforte verticale nuovo di zecca???? l’amministrazione ne sa niente?????chi l’ha visto???? anzi …… Cu s’u futti???????”.
Siamo certi che nessuno, e tantomeno l’amministrazione, abbia “”fottuto” nulla, e dunque nei giorni scorsi, abbiamo voluto capire effettivamente come stessero le cose, per smentire il commento possibile bugiardo.
Chi meglio di Filippo Gandolfo, assessore con deleghe alle Pari opportunità – Pubblica Istruzione – Coordinamento programmi di educazione civica, avrebbe potuto darci lumi? Ebbene, a conclusione della seduta consiliare di lunedì 11 luglio 2011, chiediamo informazioni sul Kawai.
Gandolfo ci invita, per avere maggiori informazioni, a rivolgerci al responsabile del settore affari sociali, oppure all’economo il quale dovrebbe essere in possesso dell’elenco delle “cose” di proprietà dell’ente. Insistiamo, sempre con riferimento al Kawai: “assessore Gandolfo, vuole prendere un impegno con la collettività per informarla puntualmente sulle sorti del pianoforte?”
Siccome questi fatti sono molto delicati è bene che ne parli con l’ufficio responsabile. Con la dott.ssa Rosa Calleia… – ci viene risposto.
Ci spostiamo all’interno dell’aula consiliare per delle interviste, tra cui quella al consigliere Biagio Bellanca, che ad inizio lavori aveva dichiarato l’adesione del suo gruppo a “Fare Italia”.
Inutile negare che il clima è teso. All’ordine del giorno c’è il Conto Consuntivo 2010 e per mancanza del numero legale, fatto mancare volutamente da alcuni consiglieri, i lavori vengono rinviati. Bellanca, nel corso dell’intervista mostra dei documenti inerenti il Conto Consuntivo 2010.
Probabilmente infastidito dalle spiegazioni che Biagio Bellanca sciorina, interviene il sindaco Alfonso Tedesco, il quale si sente in diritto di darci una lezione su come fare corretta informazione, invitandoci a verificare quanto riferisce Biagio Bellanca.
A questo proposito, facciamo notare che abitualmente e tutte le volte che è possibile, verifichiamo qualsivoglia notizia. Disponibili comunque ad eventuali rettifiche e sempre pronti a dar voce a chiunque lo chieda.
Non crediamo dunque di meritare lezioni di giornalismo o corretta informazione da parte di nessuno.
L’intromissione di Alfonso Tedesco nell’intervista a Bellanca, si tramuta ben presto in una querelle tra i due – sindaco ed ex sindaco – che attira a se come una calamita altri consiglieri comunali, che parteggiano ora per l’una, ora per l’altra parte. Alfonso Tedesco e Biagio Bellanca in un’alternanza di frasi colorite, toni pacati e grida, si rimpallano vicendevolmente responsabilità su diverse questioni tra cui i debiti dell’ente.
Avendo sindaco ed ex sindaco di fronte chiediamo loro del Kawai. Oltretutto, siamo convinti che restituire alla fruizione collettiva un bene comunale quale un Kawai, utilizzabile da molti giovani aragonesi con la passione della musica, sia una cosa importante.
“E’ stato acquistato sotto l’amministrazione Bellanca – risponde il capogruppo di Fare Italia”.
D: questo Kawai dov’è adesso?
Biagio Bellanca (risposta): “diciccillu (diglielo) – rivolgendosi ad Alfonso Tedesco – la mia amministrazione lo ha consegnato a quella subentrante, e cioè all’amministrazione Tedesco”.
Alfonso Tedesco da parte sua fa capire di non saperne nulla e viene incalzato da Bellanca: “Non lo sai? Non lo sai? Non lo sai?”
Interviene, con un’altra lezione di giornalismo il consigliere Graceffa, il quale ci invita a continuare nella querelle sui bilanci tra il sindaco Tedesco e il consigliere Bellanca, all’interno di una sorta di lite ove punti di vista, accavallarsi di voci, e qualche colorito termine la fanno da padrone.
Ci viene rimproverato di aver posto una domanda – quella sul kawai – mirata a colpire qualcuno (chi sarebbe il nostro bersaglio?). E pensare che avevamo posto la domanda, cercando di verificare la fondatezza di un commento pubblicato ad un nostro articolo. Ci pare adesso di capire che sapere del pianoforte (scomparso?) non è poi un grande problema. Ben altri sarebbero i problemi di Aragona.
D: consigliere Graceffa lei ci sta dicendo che la scomparsa di un Kawai di proprietà del Comune del valore di 2.000-3.000€, non è importante per gli aragonesi?
Consigliere Graceffa (risposta): “io le sto dicendo che in un contesto in cui noi parliamo di bilancio lei parla di pianoforte”.
Abbiamo fatto notare al consigliere che proprio quel giorno il Consiglio comunale era già concluso e non certo per colpa nostra, ma perché, come spesso accade, era venuto a mancare il numero legale. Certe lavate di capo su quali siano le priorità per la collettività, andrebbero dunque fatte a ben altri soggetti e non a noi che facciamo soltanto il nostro dovere nell’informare i cittadini.
Nel frattempo, altri consiglieri si avvicinano e intervengono in quella che inizialmente doveva essere un’intervista al consigliere Bellanca.
Il consigliere Alfonso Galluzzo afferma: “una volta dovevamo andare ad arrostire la salsiccia (per la sagra?) e ci mancavano le griglie (quelle che aveva acquistato il comune?)”.
Dalla discussione ormai divenuta collettiva, emerge che il problema sarebbe dato dal fatto che “nantri mancu sapemu chi avi u comuni, chissu è u problema più importante”.
Quindi, parrebbe che il comune di Aragona sia sprovvisto di un inventario, puntuale e preciso, dei suoi beni mobili.
Altri illustri scomparsi fanno capolino dall’oblio “i tagana dunni su?“ Intuiamo subito che il riferimento è al celebre piatto tradizionale pasquale aragonese “u taganu” di cui ad Aragona, sino a qualche anno fa, se ne festeggiava la sagra.
Sembrerebbe dunque che l’ente abbia acquistato i contenitori (adesso scomparsi?) – “I Tagana” –, necessari prima per la preparazione della pietanza e poi per la distribuzione della stessa – in occasione della sagra – a cittadini e visitatori.
Facendo presente che “gli scomparsi della biblioteca comunale” – “Aragona e i suoi principi” e “Storia ed arte della Chiesa Madre di Aragona” –, dopo le segnalazioni dei nostri lettori sono riapparsi, non rimane che augurare a questi altri celebri scomparsi di ritrovare la via di casa. Il Municipio, ossia, la casa degli aragonesi.
Relativamente al Kawai, dopo il diniego dell’assessore Gandolfo ad interessarsene, a seguito delle dichiarazioni di Bellanca e del sindaco Alfonso, nonché dei consiglieri Graceffa e Galluzzo, abbiamo chiesto agli ultimi due di recarsi loro presso la dott.ssa Calleia – come ci era stato consigliato pilatescamente dall’assessore Filippo Gandolfo – per vedere di saperne di più su questo pianoforte. Immaginando una gara tra i politici locali, nel reperire notizie su questo Kawai per informarne la cittadinanza, siamo curiosi di sapere da chi questa gara sarà vinta.
Tornerà nella disponibilità della collettività aragonese questo bene che in fondo gli appartiene? Rivedrà la luce dall’oscuro e polveroso deposito dove, siamo sicuri, sarà stato dimenticato?
Di una cosa siamo certi, a differenza del pianoforte di Jerry di cui tratta il romanzo di Stine, nel nostro caso, nessuno avrebbe potuto convincere i nostri amministratori a vendere il pianoforte e a sostituirlo con un televisore.
Totò Castellana
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