Mentre Gheddafi appare alla folla scesa nella piazza Verde per sostenerlo, incitandola a resistere fino alla morte, il secondogenito ferma l’esercito per trattare coi ribelli.
Forse già domani si potrebbe arrivare ad un accordo. Intanto, gli ambasciatori libici nei più importanti Paesi europei, tra cui l’Italia, si sono schierati con i ribelli.
In attesa di sviluppi e di una possibile tregua, l’organizzazione ‘Fratelli Musulmani – Libia’, rende noto un documento con le prime richieste alla comunità internazionale:
“In questo momento storico – si legge nel documento -, sono state scritte con il sangue le pagine più belle e più pure della rivoluzione dell’eroico popolo libico contro la corruzione, l’ingiustizia e la tirannia.
Lo Stato libico ha iniziato a costruire se stesso nelle città che sono state liberate dall’influenza di questo sistema, dato che ora queste città sono gestite da comitati non governativi che sono stati selezionati in modo democratico e trasparente.
Il popolo libico ha vissuto per sei giorni gli orrori sui quali la comunità internazionale è rimasta in silenzio permettendo a Gheddafi di continuare a massacrare persone inermi, senza che le Nazioni Unite intervenissero per condannare e arginare in maniera concreta il proseguo di questi atti criminali.
Noi condanniamo questa posizione di debolezza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e invitiamo il Consiglio a porre immediatamente fine ai crimini commessi dal regime di Gheddafi contro il popolo e chiediamo pertanto al Consiglio:
1 – L’emissione di una zona no-fly per tutti gli aerei delle compagnie aeree dei paesi dell’Africa o di aeromobili noleggiati da una parte associata a questo sistema, e gli aerei a terra negli aeroporti internazionali. Queste società non operano per il trasferimento di passeggeri civili, ma per il trasferimento di mercenari.
2 -.. La decisione di porre fine il sistema di riconoscimento di Gheddafi, quale rappresentante libico del popolo. Questo non richiede un grande sforzo dopo che l’UNMIK Libia ha annunciato che non rappresenta il regime di Gheddafi, ma rappresenta il popolo della Libia e molti degli ambasciatori hanno rassegnato le loro dimissioni dal regime di Gheddafi.
3 – adottare una decisione contro il colonnello Muammar Gheddafi ei suoi figli Boumnyar:
– سيف الاسلام معمر القذافي. – Muammar Gheddafi Saif al-Islam.
– الساعدي معمر القذافي. – Muammar Gheddafi Saadi.
– المعتصم معمر القذافي. – Muammar Gheddafi Mutasim.
– هنيبال معمر القذافي. – Muammar Gheddafi Hannibal.
– خميس معمر القذافي. – Khamis Muammar Gheddafi.
Così come per i generali di brigata Abdullah al-Sanusi al-Megrahi, Musa Kusa Tagouri, Ahmad Gheddafi, dichiarandoli criminali di guerra e facendoli arrestare immediatamente.
4 – la decisione di inviare convogli di aiuti e di assistenza medica di emergenza in Libia.
Il popolo libico si è ribellato contro la corruzione, l’ingiustizia, e la tirannia, e attivamente, a Dio piacendo, vuol costruire una Costituzione dello Stato, con la legge del popolo e l’unità della loro patria, e impegna la comunità internazionale alla responsabilità reali di stare con le aspirazioni e la volontà del popolo, ponendo fine a questi crimini praticati contro di esso, attivandosi con interventi concreti ed idonei ad interrompere questo sistema, altrimenti, si renderà responsabile per l’aver partecipato ai crimini commessi contro il popolo indifeso della Libia.
Chiediamo a Dio onnipotente, che collega il cuore dei ribelli e le svuota di pazienza, di proteggere il nostro Paese dalle milizie di Gheddafi, affinchè si possa presto vedere il nostro paese libero a cui sia consentita una dignitosa esistenza tra le nazioni.”
L’unica soluzione possibile al momento, sembra quella di un interessamento da parte della comunità internazionale affinchè in Libia si creino le condizioni per un governo transitorio che permetta al paese di avere uno governo democratico, scongiurando nel contempo il pericolo che si possa creare un emirato fondamentalista islamico alle porte dell’Europa.
Per far questo, non è improbabile che si possa ricorrere alla momentanea collaborazione di uno dei figli di Gheddafi (presumibilmente il secondogenito), che, coadiuvato da osservatori stranieri, traghetti la nazione verso la tanta agognata democrazia.
Gian J. Morici