Dopo i crolli avvenuti nel centro storico, le demolizioni, le ordinanze di sgombero fatte eseguire da Vigili del fuoco, protezione civile e polizia municipale, che hanno operato nelle vie Boccerie, Cannameli, Gallo, Caruana e Vallicaldi, ritenute a ”rischio crollo”, grazie al silenzio da parte del mondo politico agrigentino, delle associazioni e dei media, una cortina fumogena tenta di celare quello che non sfuggirebbe neppure al più distratto dei cittadini.
Inutile tornare a scrivere di come ad attraversare il quartiere, dopo i crolli e le demolizioni, desse la sensazione di trovarsi in un paese terremotato, con macerie sparse ovunque; case sventrate al cui interno si vedono ancora l’arredamento, gli effetti personali degli ex inquilini, cavi elettrici che pendono dalle pareti di case semidistrutte., porte e finestre murate.
I problemi di questa zona del centro storico e di quale sia la reale emergenza, sembrano non riguardare nessuno, tranne coloro che vivono direttamente il dramma.
Dalle pagine di questo giornale abbiamo posto degli interrogativi sul perché sono state fatte evacuare case che non presentano alcun segno di cedimento strutturale, mentre altre che non hanno più nè solai né tetti (v. foto), non sono ancora state demolite; su chi ha effettuato le perizie stabilendo quali edifici andavano evacuati o demoliti; su cosa ne sarà di quelle case che – indicate nell’ordinanza come edifici da far evacuare – a detta dello stesso responsabile della protezione civile non sono assolutamente a rischio di crollo.
Coloro i quali avrebbero dovuto sentire il dovere di dare le risposte, fan finta di non aver letto, di non sapere nulla. Eppure, siamo certi che ci hanno letti, che hanno commentato (tra loro). Le notizie giungono alle nostre orecchie…
Perché allora non dare risposte pubblicamente? Perché non chiarire i tanti dubbi che nascono da comportamenti forse non proprio legittimi? Da parte nostra, ci siamo impegnati a far chiarezza e chiedere conto a chi di dovere delle tante anomalie alle quali stiamo assistendo.
La terrazza che abbiamo fotografato (in alto a sinistra), è la copertura di un edificio che ai piani inferiori è stato fatto evacuare e del quale è stato murato l‘ingresso (v. foto al centro), a seguito dell’ordinanza di sgombero, che si suppone fosse dettata da problemi di staticità dell’edificio.
La stessa terrazza, è ancora oggi oggetto di lavori di ristrutturazione e c’è da supporre che si tratti di lavori autorizzati. Se così fosse, secondo quale criterio si possono autorizzare opere che appesantiscono la costruzione, se la stessa presenta problemi di staticità?
Chi ha autorizzato queste opere?
Se viceversa tali opere non sono autorizzate, c’è da chiedersi come mai dopo i sopralluoghi – che si presuppone siano stati effettuati per poter stabilire quali edifici andavano evacuati e/o demoliti -, nessuno si sia accorto dei lavori attualmente in corso e/o di recente realizzati.
A questo, va aggiunto che mentre non vengono demolite costruzioni i cui tetti e solai sono già crollati da tempo, in compenso, vengono emesse ordinanze di sgombero per abitazioni già ristrutturate con regolare licenza.
È regolare tutto quello che sta accadendo nel centro storico, o a crollare, oltre vecchi edifici, sono anche valori quali la trasparenza dell’operato della pubblica amministrazione e la tutela dei diritti dei cittadini?
Gian J. Morici